Il termine razza, inizialmente era utilizzato in ambito zootecnico,
nel mondo degli allevatori di cavalli e, soprattutto, per indicare le varietà
di animali domestici. Poi… fu l’inizio di una sequela di equivoci, dal momento
in cui il termine passò da un contesto di selezione artificiale a quello di selezione naturale. Quest’ultima svolge un ruolo simile a quello della selezione
artificiale operata dagli allevatori, ma non identico. Infatti, in natura non c’è una mente umana a
pilotare gli incroci, l’ambiente non segue alcuno standard né si preoccupa
delle nostre classificazioni … solo
pressioni selettive dettate da contesti ecologici diversi … Tuttavia l’uso del termine razza,
ancorché inappropriato, ha pervaso la
storia dell’antropologia per un paio di secoli. In pieno Illuminismo, era semplicemente un modo
per denotare gruppi di popolazioni accomunate da un certo numero di
caratteristiche. Più tardi, però, soprattutto nell’Ottocento positivista,
si spinse oltremisura portando a distinguere tra razze superiori e razze
inferiori … Divenne un mezzo per catalogare
la diversità, legittimare il colonialismo,
lo schiavismo e varie forme di persecuzione. Alla fine, dal razzismo
colonialista dell’Ottocento alle degenerazioni del Novecento, come il nazismo,
i campi di sterminio e altri deliri totalitari, il passo è stato breve. Da
questo punto di vista, gli antropologi
portano la responsabilità di essersi prestati con le loro classificazioni ad avallare il razzismo
… Nel tentativo di comprendere l’inestricabile intreccio della variabilità
umana, hanno cercato di mettere ordine con classificazioni più diverse (tanto che ciascun antropologo aveva la sua) … ma
il loro programma di ricerca
dell’antropologia razziale, che era fallito in partenza, ha solo aggiunto tanto
disordine … Oggi, il concetto di razza non ha posto in antropologia … è
un termine molto inappropriato.
(Giorgio Manzi --- Un termine molto inappropriato … da Le Scienze- Settembre 2016 ---)
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