La consapevolezza di
dover morire è un peso che accompagna l’uomo in ogni circostanza, per quanto si
sforzi di vivere come se così non fosse. E proprio per sopportare questo
pesante fardello, l’uomo ha inventato l’anima, affinché almeno una parte di sé
potesse essere immortale e incorruttibile, non deperire col tempo e non essere
annientata … Il concetto di anima si perde nella notte dei tempi, a partire
dall'animismo dei popoli primitivi, che sostenevano di percepire in sé oltre il
corpo anche una componente spirituale, ovvero l’anima … Essi, inoltre, vedevano
entità superiori dietro ogni elemento della natura (albero, monte o fiume) e
spesso credevano che queste entità controllassero i fenomeni naturali. Niente
accadrebbe per caso, insomma, tutto si verificherebbe per opera di qualcosa di
consapevole e progettuale che determina e regola gli eventi … Gli esseri umani
sono indotti a considerare generale anche ciò che non lo è, commettendo così un
grave errore di valutazione. Si tende a pensare che il possesso di funzioni e
intenzioni siano proprietà universali delle cose e che tutto abbia un fine, un
tranello nel quale sono incorsi anche i più grandi filosofi del passato … Gli
ultimi traguardi scientifici non lasciano alcuno spazio per la contemplazione
di qualcosa di immateriale come fondamento della vita organica. Eppure molti
ritengono ancora che il corpo non possa da solo accendere la vita ed esercitare
le funzioni, è troppo complesso perché non necessiti di un principio superiore
… Negli ultimi decenni, però, la genetica e la biochimica ci hanno rivelato
moltissimo.
(Edoardo Boncinelli --- Quel che resta dell’anima ---)
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