24 settembre 2015

Il nostro soffio vitale.

La consapevolezza di dover morire è un peso che accompagna l’uomo in ogni circostanza, per quanto si sforzi di vivere come se così non fosse. E proprio per sopportare questo pesante fardello, l’uomo ha inventato l’anima, affinché almeno una parte di sé potesse essere immortale e incorruttibile, non deperire col tempo e non essere annientata … Il concetto di anima si perde nella notte dei tempi, a partire dall'animismo dei popoli primitivi, che sostenevano di percepire in sé oltre il corpo anche una componente spirituale, ovvero l’anima … Essi, inoltre, vedevano entità superiori dietro ogni elemento della natura (albero, monte o fiume) e spesso credevano che queste entità controllassero i fenomeni naturali. Niente accadrebbe per caso, insomma, tutto si verificherebbe per opera di qualcosa di consapevole e progettuale che determina e regola gli eventi … Gli esseri umani sono indotti a considerare generale anche ciò che non lo è, commettendo così un grave errore di valutazione. Si tende a pensare che il possesso di funzioni e intenzioni siano proprietà universali delle cose e che tutto abbia un fine, un tranello nel quale sono incorsi anche i più grandi filosofi del passato … Gli ultimi traguardi scientifici non lasciano alcuno spazio per la contemplazione di qualcosa di immateriale come fondamento della vita organica. Eppure molti ritengono ancora che il corpo non possa da solo accendere la vita ed esercitare le funzioni, è troppo complesso perché non necessiti di un principio superiore … Negli ultimi decenni, però, la genetica e la biochimica ci hanno rivelato moltissimo.
(Edoardo Boncinelli --- Quel che resta dell’anima ---)

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