… La matematica, non la semplice algebra ma
quella un po’ più complessa del calcolo infinitesimale, entra (marginalisti o neoclassici, il cui
maggior esponente fu Léon Walras)
nella grande economia alla metà dell’Ottocento. Per Walras il mondo economico
non era altro che un mondo regolato da leggi di natura e quella fondamentale
che manteneva tutto in equilibrio era la legge della domanda e dell’offerta (invece, fino ad allora, i padri
dell’economia classica - Smith, Ricardo, Marx – sostenevano che il valore di
una merce e il suo prezzo, erano determinati dal costo, dalla fatica, dalle
materie prime impiegate, insomma un criterio oggettivo, realistico, concreto), un criterio soggettivo (utilità marginale) che tiene conto delle preferenze del
consumatore. È qui che entrò in gioco la matematica che ci consente di
calcolare l’utilità attraverso una funzione … A tutt'oggi questo approccio
soggettivo è considerato da alcuni economisti sbagliato, perché i prezzi sono
più influenzati dai costi (che
dal comportamento del consumatore),
come emergerebbe osservando il comportamento degli stessi imprenditori … Nel
corso degli anni sono state elaborate formule su formule per cercare di
misurare e codificare tutte le possibilità economiche, ma le stesse non ci
hanno fornito ricette efficaci per vivere meglio e neanche per prevedere le
crisi … Negli anni Settanta fu coniato il celebre appellativo di Chicago boys
per indicare gli economisti (formatisi
presso l’Università di Chicago) che
collaborarono alla riforma (miracolo
cileno) delle pensioni del dittatore cileno
Augusto Pinochet … Milton Friedman (1912 - 2006),
l’esponente di punta della scuola di Chicago e supporter di Ronald Reagan, ha
sempre sostenuto che l’uomo agisce in modo razionale, grazie al fatto che
possiede tutte le informazioni necessarie, e sa calcolare in ciascun momento le
proprie convenienze … per cui se i tassi sono bassi i cittadini consumano (piuttosto che risparmiare, perché non
hanno convenienza a mettere i soldi in banca)
e al tempo stesso gli imprenditori prendono soldi in prestito e investono. Così
operando, domanda e offerta si equilibrano e il libero mercato funziona a
meraviglia … Ma tutto ciò non spiega perché, nell'andamento effettivo
dell’economia, l’istinto prevale sul calcolo ragionieristico. E non tiene conto
della disoccupazione e della povertà, oltre a non spiegare la crisi … Ma
Friedman voleva colpire l’economista britannico John Maynard Keynes (1883 - 1946) che tanto aveva influenzato l’azione e il pensiero degli anni Trenta in
poi … Keynes, sosteneva che le scelte di risparmio dei consumatori non sono
tanto legate al brutale tornaconto del portafoglio, ma ad una serie di
considerazioni sulla propria condizione, che possono indurli a tenersi un po’
di soldi sotto il materasso se non ci vedono chiaro. Lo stesso dicasi per gli
imprenditori che, invece di farsi guidare dal costo del denaro, si basano su una
serie di intuizioni viscerali (animal
spirits) e
considerazioni di lungo periodo sul successo dell’investimento. Per cui molte
risorse potrebbero rimanere inutilizzate e, di conseguenza, il sistema non
girare a pieno ritmo. L’unico modo per intervenire e fronteggiare una possibile
crisi, è quello della mano pubblica, al fine di distribuire un po’ di denaro e
farlo spendere … Gli epigoni di Friedman hanno proseguito sulla stessa strada
tracciata dal maestro … finendo col giocare con la finanza dei derivati e dei
collaterali … Infatti elaborarono (Robert Merton, Fisher Black e Myron Scholes) un modello in base al quale era possibile
conoscere perfettamente il valore futuro di un titolo derivato (cioè un titolo il cui valore deriva da
un altro - obbligazione, azione o un mutuo subprime). L’equazione (formula Black-Scholes) diede grande stimolo al mercato dei futures
(cioè quei
contratti a scadenza che, senza impegnare l’intero capitale, permettono di
comprare o vendere a un prezzo predefinito).
Ma la pietra filosofale del mercato ebbe un primo infortunio nel crac di Wall
Street del 1987 … Ma nonostante le crepe che cominciavano a manifestarsi da più
parti, l’ideologia dei mercati prevedibili e razionali non è stata più
accantonata e l’equazione maledetta è riapparsa nel crac dei subprime del 2008
… Gli esperti spiegano che tale equazione si limita a prevedere l’andamento dei
mercati sulla base di un tradizionale calcolo delle probabilità che considera
una miriade di eventi, anche rari come guerre o scoperte scientifiche, ma non
tiene conto che i mercati si possono muovere anche in base all'euforia
irrazionale e all'imitazione. Cioè i modelli funzionano solo in situazioni
ordinarie … Il problema è che la teoria economica si basa su forti assunti (razionalità degli agenti, mano
invisibile, efficienza del mercato)
che si sono trasformati in assiomi … Poi si pensa che quello che è avvenuto in
passato debba riproporsi in futuro, valutando trascurabile la probabilità di
eventi estremi … Inoltre, si continua a pensare che piccole azioni producano
semplicemente piccoli effetti … La chiave di volta è quella di sostituire al
calcolo delle probabilità tradizionale (che riesce a prevedere eventi incerti ma solo
all’interno di un universo di razionalità)
un metodo in grado di prevedere situazioni complesse in cui sono determinanti
l’irrazionalità, il panico, l’effetto gregge … Gli economisti prendono dei
modelli matematici ma non stanno a guardare la qualità di quello che ci mettono
dentro (Giuseppe Roma).
(Roberto Petrini --- Processo agli economisti ---)
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