Come è potuto accadere
che siamo passati da un estremo all’altro? Probabilmente, la risposta è
multisfaccettata … È innegabile che dopo gli stravolgimenti sociali di un’epoca
di oppressione non può che seguire un’epoca di depravazione. Come l’altalena,
se si spinge in alto da un lato, volerà alta anche dall'altro. La vertiginosa
crescita economica ha cambiato tutto repentinamente, abbiamo compiuto una sorta
di salto in lungo da un’era di penuria materiale a un’era di spreco
indiscriminato, dalla supremazia della politica a quella del denaro, dalla
frustrazione degli istinti agli impulsi sfrenati … Pensiamo alla Cina di oggi:
sotto un cielo fosco crescono foreste di innumerevoli palazzoni e le autostrade
s’intersecano in reti più fitte di quelle fluviali; la merce in vendita in
mercati e centri commerciali è una festa per gli occhi; sulle strade, viavai di
gente e ingorghi di automobili; e, poi, il tonfo chiassoso dei cartelloni
pubblicitari e delle luci al neon, night-club e centri di massaggio in serie …
e ristoranti sontuosi e monumentali, distribuiti su tre, quattro piani …
Invece, trent'anni fa, quando stavamo per spiccare il salto, palazzoni non se
ne vedevano, e i pochi che c’erano si concentravano nelle grandi città come
Pechino o Shanghai. I negozi erano pochissimi e pochissimi erano i prodotti che
vendevano. Non avevamo niente, in pratica, però il cielo era di un bell'azzurro
… Vivevamo con un sistema di razionamento dei beni di consumo … eravamo
costretti a essere parsimoniosi … Chiunque di noi pensi al momento più bello
della propria infanzia penserà, con sorprendente prevedibilità, alla volta in
cui ha mangiato qualcosa di buono, perché, a parte il cibo, non ci restano bei
ricordi … Durante la Rivoluzione
culturale (1965 – 1969) eravamo soliti
dire: “Meglio erbacce del socialismo che i germogli del capitalismo”, oggi come
oggi non siamo neppure in grado di distinguere che cosa sia socialista e cosa
capitalista, erbacce e germogli sono la medesima pianta … Nella Cina di
trent'anni fa, non esistevano reali disparità, per quanto se ne parlasse tutti
i giorni. La verità è che pronunciavamo espressioni vuote per disegnare
disparità immaginarie. Ciascuno era tenuto a scovare disparità ideologiche e
confrontarsi con figure modello come Lei
Feng (soldato cinese considerato, un tempo, come
un modello da seguire, per il suo altruismo, la sua devozione a Mao e la sua
modestia … 1940 - 1962) … Sono passati trent'anni e stiamo ancora
sproloquiando sulle disparità, che però non sono più vuoti divari ideologici,
bensì reali divari sociali: ricchi e poveri, città e campagne, disparità
territoriali, di sviluppo, di reddito, di distribuzione … Nell'era maoista
della via verso il socialismo, anche se lo sviluppo era lento e il profitto
economico limitato, le disparità si erano ridotte costantemente. Tuttavia, Mao Zedong (1893 – 1976) non era riuscito a risolvere il divario
città-campagna. A trent'anni dalle riforme e dall'apertura promosse da Deng Xiaoping (1904 – 1997), l’economia cinese complessivamente è cresciuta con
rapidità, però il divario città-campagna non è diminuito, anzi, si è
sensibilmente aggravato … La Cina è un paese sterminato, con una popolazione
numerosissima e uno sviluppo economico sbilanciato … È un paese con enormi
disparità, è come se ci muovessimo in una realtà di luci rosse e sfarzo da una
parte e macerie e rovine dall'altra … Gli edifici di Louis Vuitton, di Gucci e
altri marchi prestigiosi svettano in successione nei quartieri ricchi delle
città cinesi e le esposizioni di prodotti di lusso si susseguono a catena, a
Shanghai, a Canton, a Shenzhen e così via, riscuotendo per di più grande successo
… La Cina ha costruito un miracolo economico che è sotto gli occhi di tutti …
e, nel 2007, è diventata la terza potenza economica mondiale. Ma dietro a
questi dati esaltanti, ce ne sono altri inquietanti come il fatto che siamo al
centesimo posto per reddito annuo pro capite … Viviamo in una società che ha
perso l’equilibrio. Squilibrio nella vita sociale significa necessariamente
squilibrio nei sogni.
(Yu Hua --- La Cina in dieci parole ---)
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