Questa è, in primo luogo, la storia di una rivalità, che si manifestò
proprio su una scacchiera, su quel riquadro che può sembrare ristretto solo a
chi non voglia o non possa vederne la profondità: poiché si tratta invece di un
mondo per nulla limitato e niente affatto innocuo, dal momento che ciò che vi
si perpetua, avvalendosi di un atto creativo che a volte assume l’aspetto di
un’autentica opera d’arte, è un’azione di inaudita violenza, una forma di
omicidio bianco, inapparente, il cui esito viene riconosciuto e condiviso
unicamente dai due contendenti. Non c’è nulla che leghi due persone quanto una
seria sfida su una scacchiera. Esse diventano le opposte polarità di una
creazione mentale che è opera di entrambi, ma in cui uno si annulla a vantaggio
dell’altro. Non esiste più dura e inappellabile sconfitta di quella a cui va
incontro in questo gioco; se ne porteranno i segni per tutta la vita. L’anima,
come il corpo, non ha la capacità di riformarsi, e tutto ciò che in seguito
potrà risvegliare il ricordo di questa mutilazione sarà violentemente
osteggiato.
(Paolo Maurensig --- La variante di Luneburg
---)
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