14 dicembre 2015

Avanzi indigesti (prima parte)

Un singolo cittadino italiano produce, in media, un po’ meno di 1,5 kg di rifiuti solidi al giorno … La parte inorganica di per sé non crea tanti problemi: non è combustibile e basta. Il problema sta nel fatto che la frazione inorganica non è mai completamente separata da quella organica … Prendiamo per esempio, una guantiera argentata, composta da uno strato di cartone e un sottile strato di alluminio ... Scegliere quindi beni più funzionali, più durevoli … significa meno scoria … La correlazione più riciclo-meno inceneritore non è comprovata dalla realtà europea … le città che eccellono nel riciclo e nella raccolta differenziata sono in Germania. Eppure, qui, si riscontra la più alta concentrazione di inceneritori … Le strategie di raccolta sono numerose, tanto che si fa fatica a elencarle … ma dipendono da come gestiamo i rifiuti prima che vengano raccolti e da come intendiamo smaltirli (riciclo, discarica o inceneritore) … poi dipendono anche da come si sono andati formando i prodotti nel corso degli anni … per esempio seguiamo l’evoluzione nella storia del contenitore per il latte. Una volta c’era la bottiglia di vetro, poi la bottiglia di plastica, poi il foglio di carta plastificato. Infine si è giunti al poliaccoppiato, cioè due, tre, quattro sfoglie di diversi materiali mescolati, non miscelati … e in linea di principio, tutto è ri-separabile; tuttavia si deve valutare quanto l’operazione sia difficile tecnicamente e quindi quanto sia veramente fattibile e quanto costi … La raccolta differenziata spinta potrebbe essere una soluzione … se altrove funziona, perché non lo si fa dappertutto? Primo perché costa molto … È anche una questione di spazi … Ma soprattutto non siamo abituati a separare … alla base c’è una questione di cultura ed educazione … forse, allora, meglio una via di mezzo, una raccolta meno spinta … una raccolta parzialmente differenziata … in un unico sacchetto, quello secco (immarcescibile, che può essere raccolto meno frequentemente, con conseguente risparmio economico), può andare ciò che è combustibile e ciò che è facilmente separabile dal combustibile (in particolare il materiale inorganico, che pesa molto di più e può essere attratto da una calamita) … in un altro sacchetto, va tutto l’umido (più compatto) … Gran parte del secco va a finire in centri di raccolta e separazione che producono combustibile derivato da rifiuto (Cdr), che sarebbe il combustibile per gli inceneritori … Per trasportare questo materiale ed evitare inclusioni organiche deperibili, si impacchetta il tutto in nastri polimerici e si ottengono così le famose ecoballe, che altro non sono che combustibile parcheggiato nei centri di trasferenza, depositi temporanei, in attesa di essere traslocato altrove o di essere bruciato negli appositi impianti. Temporanei  è un eufemismo, perché le attese, talvolta, sono molto lunghe … come è successo in Campania, dove si era programmato di smaltire le ecoballe negli inceneritori-termovalorizzatori, ma i ritardi nella costruzione di questi impianti hanno fatto accumulare una spaventosa mole di ecoballe, che, in teoria, dovrebbero rappresentare una riserva strategica di combustibile per l’inceneritore. In teoria, in pratica, no. Perché tali ecoballe non derivano da una raccolta differenziata di solo materiale secco … ma derivano da rifiuti indifferenziati e la loro capacità di conservarsi nel tempo è decisamente dubbia … La stessa preoccupazione vale per l’umido, nel cui sacchetto finisce tutta la frazione organica umida, ma anche tessuti umidi, contenitori di cibi in polimeri porosi (polistirolo) difficili da pulire, piccoli oggetti compositi e, purtroppo, pile e medicine … Si sbandiera talvolta la possibilità di formare, a partire dalla frazione umida, un prodotto denominato compost (è un prodotto di trasformazione della parte organica del rifiuto … si ha un valore merceologico, nel senso che si può vendere e comprare … può servire come riempimento al posto del terriccio, per le sue proprietà nutrizionali a base organica e di porosità, per il giardinaggio in generale e per alcune applicazioni in agricoltura. Il compost è il risultato di una forma di riciclo, perché riporta il materiale di cui sono costituiti gran parte dei prodotti vegetali alla sua origine, cioè nel terreno, per poi essere riciclato attraverso quest’ultimo. Il processo di trasformazione è biotico-aerobico = cioè una grande miriade di batteri, alghe, funghi, protozoi, insetti e vermi demoliscono e ossidano, in presenza di aria, le grandi molecole dei carboidrati - proteine – grassi di cui sono costituiti i residui di cucina e del giardino. Tali microrganismi crescono fin quando trovano alimento, si stabilizzano e poi muoiono. Questo è il processo che rende putrescibile il rifiuto organico fino a farlo diventare, alla fine, inerte = FOS = frazione organica stabilizzata … il compostaggio avviene in presenza di aria), che può essere usato come integratore del terriccio per giardinaggio, in virtù del suo contenuto organico e di una certa quantità di minerali assimilabili. Ma è lecito domandarsi se il contenuto di questo sacchetto possa mai raggiungere il livello di purezza necessario … Dove andrebbero a finire i materiali nocivi che la negligenza lascerebbe cadere nel sacchetto umido? Pensiamo, per esempio, ai pannolini, in particolare al suo contenuto in plastica … Insomma, il sacchetto umido sembra intrinsecamente non adatto al compost, perché troppo facilmente esposto alla contaminazione … 
(Antonio Cavaliere --- Il mucchio selvaggio ---)

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