Per poter vivere insieme alle macchine, dovremo insegnare loro a
capire e imitare le emozioni umane … Ci serve, in pratica, che comprendano e
condividano le emozioni umane, che siano dotate di empatia … Robot capaci di
empatia possono essere di grande aiuto alla società. Non saranno semplici assistenti, saranno i nostri compagni. Caldi e
amichevoli, penderanno in anticipo ai nostri bisogni materiali ed emotivi. Ci renderanno migliore la vita, e ci
faranno diventare più efficienti nel lavoro. Si scuseranno per i loro errori e
chiederanno il nostro permesso prima di fare le cose. Si prenderanno cura degli
anziani e insegneranno ai bambini. E potrebbero persino salvarci la vita in
situazioni critiche, sacrificando se stessi, il culmine assoluto dell’empatia …
Per rendere possibile questo tipo di comunicazione bisogna dotare le macchine
di un modulo empatico, vale a dire
di un sistema di software capace di
estrarre indizi emotivi dal discorso e dal comportamento umano, e guidare il
robot a risposte appropriate. La ricerca
sui robot empatici è solo all’inizio,
ma gli scienziati stanno già sfruttando tecniche di elaborazione dei segnali,
algoritmi ad autoapprendimento e strumenti di analisi dei sentimenti per realizzare
robot virtuali in grado di capire le emozioni umane … La cosa importante non è tanto fare macchine perfettamente
efficienti e precise, ma fare macchine
più umane, anche se con qualche difetto. Se lo faremo nel modo giusto, le
macchine empatiche non saranno i robot-signori e padroni supremi che qualcuno
paventa … ma saranno i nostri insegnati, i nostri
amici.
(Pascale Fung --- Robot con il cuore … da Le Scienze- Gennaio 2016 ---)
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