24 novembre 2015

Un conteggio sgradito (prima parte)

Noi ci immergiamo nel tempo, ne assaporiamo alcuni istanti, ci proiettiamo in esso, lo reinventiamo, ci giochiamo: è la materia prima della nostra immaginazione. Di contro, l’età è la spunta minuziosa dei giorni che passano, la visione a senso unico degli anni la cui somma accumulata, una volta visto il totale, ci può far sprofondare. L’età ci perimetra tutti … Il tempo è una libertà, l’età un vincolo … Per ciascuno di noi la vita rappresenta una lunga e involontaria indagine … Come fonte di sapere o accumulo di esperienze, la vecchiaia non esiste e per rendersene conto basta arrivarci. Certamente, i malanni e le debolezze che si accompagnano alla vecchiaia si presentano - eccome! – più o meno presto, più o meno crudeli, ma non aspettano sempre l’età per colpire e lo fanno iniquamente sugli uni e sugli altri … La questione dell’età rappresenta l’esperienza umana essenziale … tuttavia un luogo complesso e contraddittorio, in cui ciascuno di noi potrebbe commisurare le mezze-menzogne e le mezze-verità che affollano la sua vita … L’età avanza ed è meglio accoglierla bene … Certo, la vecchiaia limita alcune attività e tuttavia non esercita alcun effetto nocivo sulla mente di chi non ha trascurato di conservarne la vitalità … Una vecchia signora un giorno mi ha detto, a modo suo e con un sorriso affascinante, che aveva mantenuto il suo animo di ragazza. Credo di aver capito cosa intendesse dire: che dietro le rughe e il corpo frusto rimanevano lo stesso sguardo, la stessa sensibilità, una sorta di perpetuità. Forse è proprio questa discordanza tra l’invecchiamento del corpo e il tempo lungo della psicologia soggettiva che ha incitato a stabilire una distinzione tra corpo e animo, che a molti appare evidente e naturale e fa dunque credere loro all'immortalità di un principio di spirituale … A volte abbiamo la sensazione che l’età venga da un altro luogo, che ci sia estranea, che le cose siano cambiate senza domandare la nostra opinione e che ciò sia la ragione per cui non le riconosciamo … A volte diciamo o sentiamo dire “Questo libro è vecchio”, o addirittura (giudizio ben più severo) “È invecchiato male”. Queste parole fanno di noi giudici irremovibili e implacabili di opere e di autori. Tuttavia, riflettendo bene, il testo non è cambiato come non sono cambiate le immagini di un film. Da questo punto di vista, il cinema è il testimone inesorabile delle derive della memoria … L’esperienza delle fantasticherie della memoria è sempre la stessa, mentre la scenografia del reale ha sempre qualcosa in più o in meno di quella proposta dal ricordo, per quanto esso possa essere relativamente recente. Appena la si è abbandonata a se stessa, la memoria si è affrettata a cancellare alcuni dettagli e ne ha aggiunti altri, spesso variazioni impercettibili che tuttavia bastano a dimostrarmi che non è il film a essere cambiato, e ancor meno invecchiato: sono io. La pellicola è il testimone irrecusabile della stupefacente capacità della memoria di dimenticare e reinventare … 
(Marc Augé --- Il tempo senza età ---)



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